TOCCATA, FUGA E RITORNO IN ROMANIA
Siamo pronti per iniziare questa avventura e scrivere una nuova pagina nella storia di Turisti non a caso. La sveglia, sebbene sia alle 5:50, non ci coglie impreparati. La voglia di partire è tanta e l'entusiasmo è dipinto sul volto di tutti i partecipanti, nonostante l'ora. Il viaggio, Bologna-Timisoara, si preannuncia lungo e faticoso; le uniche fermate previste sono per i pasti, per i rifornimenti e il cambio di autista (ogni tre ore).
Per la cronaca la partenza è alle 7:30, il traffico scorrevole. Presto varchiamo il confine italo-sloveno e cominciamo ad assaporare il gusto di scoprire nuove strade. La Slovenia ci accoglie con uno splendido paesaggio che ci accompagna lungo l'autostrada; colline, montagne, pianure impreziosite da frequenti boschi ci ricordano quanto può essere bella la natura se non deturpata da un'edificazione selvaggia.
Dopo aver sconfinato in Ungheria affrontiamo il primo imprevisto della giornata: il furgone dei rumeni, capace di mantenere una maggiore velocità di crociera anche grazie all'audacia del loro autista, ci distanzia. Raggiunti telefonicamente, decidiamo di rivederci alla frontiera rumena. Purtroppo ciò non accadrà. Infatti, ad una 70 di km da Budapest, decidiamo di abbandonare l'autostrada a causa di un lunga coda e di addentrarci nell'entroterra ungherese. Questa coraggiosa scelta ci ripaga con l'attraversamento di località caratteristiche e del Danubio all'ora del tramonto.
I ragazzi rumeni, visto il nostro accresciuto ritardo, decidono di lasciare alla frontiera Ale, che ci farà da guidatore fino alla sede dell’associazione Generatia Tanara a Timisoara, e di ripartire.
Raggiungiamo, finalmente, la frontiera rumena. E’ mezzanotte e mezza passata, ora italiana, quando i corpulenti poliziotti di guardia alla dogana, ci lasciano con un sorriso ammiccante, che ci fa subito pensare alla solida e ben fondata idea riguardo agli italiani in cerca di sesso facile a pagamento.
Al di là della frontiera, dovrebbe aspettarci Ale. Dico “dovrebbe”, perché, tra i bar per camionisti appena oltre il confine, di Ale non c’è traccia. Il suo cellulare si è scaricato e l’ultimo contatto che abbiamo avuto con lui risale a pochi minuti prima.
Dopo circa mezzora di giri a vuoto, Franzo telefona all’autista del furgone dei rumeni che ha accompagnato il nostro “sherpa” fin lì, ma il tono della telefonata sembra essere piuttosto nervoso. Messo giù il telefono si gira verso di noi. “Dove hanno lasciato Ale non ci sono bar.” Ci dice. Il dubbio sorge, per poi diventare certezza: abbiamo sbagliato frontiera. A darcene la conferma è una nuova telefonata.
Risaliamo sui furgoni, dobbiamo tornare indietro e varcare il confine a una settantina di chilometri di distanza. Mentre usciamo dalla Romania, il poliziotto che poco prima ci aveva controllato i documenti, ridendosela sotto i baffi, se ne esce con un: “E’ stato un giro veloce, eh?”. Come dargli torto? In effetti l’impressione è che il nostro sia probabilmente uno dei viaggi più veloci mai fatti in Romania… appena quaranta minuti! Turisti Non A Caso potrà fregiarsi di questo nuovo record.
Alla fine, Ale siamo riusciti a recuperarlo, varcando nuovamente la frontiera alle due di notte, che poi, visto che in Romania stanno un’ora avanti, sono le tre del mattino… arriveremo a Timisoara poco prima dell’alba.
Forse il nervoso accumulato per l’imprevisto si scioglierà nel vedere il sole sorgere appena prima di guadagnare un meritatissimo riposo, dopo questa prima, lunga, faticosissima traversata. E’ proprio vero: non importa quale che sia la tua meta, è più importante la strada che scegli per raggiungerla.
Caspita ragazzi... nemmeno la fantasia più fervida sarebbe riuscita a immaginare un inizio di viaggio così rocambolesco !!
RispondiEliminaBravi, aspettiamo il seguito...