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venerdì 6 agosto 2010

Diari della Romania, 2

E' questione di fede

La fede è una questione di fiducia. Affidarsi a qualcuno o a qualcosa è indispensabile per superare le contraddizioni intrinseche dell'uomo.
La fede armonizza il buio e la luce presente in ognuno di noi , nella società e nel futuro. Futuro o o meglio le speranze e le attese che poniamo nel futuro.
Ho viaggiato in tante parti del mondo e ho notato le stesse contraddizioni. Contraddizioni economiche sociali, antropologiche e religiose che tendono a far soffrire l'uomo, la società, il sistema economico, politico.
A me preme focalizzarmi sulla sofferenza dell'uomo.
Nessun uomo è un isola, ognuno si riconosce grazie all'altro ma più di tutto ci accomuna "l'uguale ontologico".
Ognuno in qualsiasi parte del mondo, di qualsiasi razza, religione, cultura cerca di rispondere ai propri perchè e cerca di adattarsi in base alla propria risposta a quei perchè .
Ma i perchè più grandi non hanno risposta.


" Why ?" .
Conobbi un uomo costretto a lasciare la propria terra e mi chiese perché.

Ogni why a cui non riuscivo a rispondere erano frecce scagliate nel mio cuore, scagliate sulle mie risposte ai miei why. Smisi di ascoltarlo per non morire. Questa notte davanti ad una bottiglia mi ritrovo a scrivere, scrivere fiumi di parole, a giustificarmi, a cercare nuove riposte.
L'uomo dal cappello di paglia si domandava la stessa cosa a cui Primo Levi diede una risposta fiduciosa " Se questo è un uomo?"
Se questo è un uomo, costretto a stare in una terra che non era sua e non parlava di immigrazione.
Se questo è un uomo, costretto a stare in appartamenti divisi dalle proprie mogli e dai propri figli e non era una persona che chiedeva elemosina.

Se questo è un uomo, costretto a vedere la propria bambina camminare piegata per un ernia perchè non curata in tempo. Vedere il figlio accecato perchè entrambi non possono essere curati e assistiti da normali cure mediche perchè confinati e dimenticati.
Se questo è un uomo, straziato dal dolore di non poter far niente.
Questi sono i perché, i why che ci rendono " uguali ontologicamente" e la risposta l'ho trovato nel cappello di paglia che ora ho sul capo, nel suo modo di fare l'arbitro in una semplice partita di calcio , nella sua onesta sentimentale determinazione a testimoniare e lottare per tutti coloro che come lui sono " i dimenticati".
Tutto ciò è questione di fede, è affidarsi a qualcuno. Lui si è affidato ai giovani, ha dato fede ai giovani in una società in cui solo i dimenticati pongono fiducia alle future generazioni.
Li immagina intorno a un albero mano nella mano a difendere ciò che rappresenta la "dignità dell'uomo" . Quella dignità tolta dalle maggioranze alle minoranze , dalle istituzioni ai cittadini, dal singolo al singolo.
E' una questione di fede pensare che esista ai giorni nostri un albero della dignità ?.


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