Ci alziamo prima dell’alba, per caricare gli zaini. Con la stanchezza disegnata sui volti ci prepariamo ad affrontare il viaggio di ritorno, che, a differenza dell’andata, si presenta molto più lineare. Nonostante qualche diatriba tra i parteciapanti, forse endemica dopo tutto lo stress accumulato, arriviamo in Italia senza quasi rendercene conto. Ma è proprio dopo aver superato Trieste, dopo aver due frontiere e dopo aver macinato chilometri su chilometri lungo strade straniere, che accade l’unico incidente del viaggio.
Il Mangoni Cross transita su alcuni detriti rimasti sull’asfalto e si sente un sibilo. Una gomma è scoppiata, sventrata da un pezzo di ferro. Fortunatamente Luca riesce a condurre senza problemi il mezzo sulla corsia di emergenza e, seppur con qualche fatica, e con la collaborazione di tutti, procediamo alla sostituzione.
Ed eccoci, adesso, tra i viali di Bologna, giunti finalmente a casa. Stanchi, più o meno soddisfatti del viaggio, ma sicuramente carichi di un bagaglio su cui riflettere.
Il viaggio è concluso, ma non disperate: i Turisti Non a Caso torneranno presto a solcare le strade che portano alla voglia di conoscere culture diverse!
PS.: Continuate a seguire questo blog, nei prossimi giorni continueremo a pubblicare il materiale raccolto durante questo viaggio.
DIRETTA DALLA ROMANIA!!!
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venerdì 13 agosto 2010
I video di TNC
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GIORNO XI - Cronistoria
E’ l’ultimo giorno e in programma c’è una visita a Biofarmland: una azienda agricola biologica fondata da uno svizzero nelle campagne vicino a Timisoara, nei pressi di un paesino chiamato Firiteaz, in cui ancora si possono vedere per le strade galline ruspanti, mucche che passeggiano placide e carretti trainati da cavalli che si alternano a rumorosi trattori.
Dopo aver riprovato l’ebbrezza delle laute colazioni di Generatia Tanara, ci inoltriamo su strade sterrate e ricche di buche, che mettono a dura prova le sospensioni dei nostri furgoni e le reni dei loro occupanti, fino a giungere alla nostra destinazione.
Ci accolgono Leontin, il capo degli operai di Biofarmland, nonchè pastore e guida spirituale della chiesetta battista del paese, e Lucas, un agrotecnico di origini svizzere molto appassionato del proprio lavoro. Ci portano a visitare l’azienda, mostrandoci le sementi e i macchinari, di cui sembra andare molto fieri, spiegandoci per filo e per segno ogni cosa riguardardante il mondo dei cereali.
Tra gli starnuti dei tanti che si rivelano allergici alle graminacee, non manca chi, alla fine della fiera, mostra una faccia piuttosto annoiata da cotanta didattica.
Prima di pranzo c’è tempo per un salto al laboratorio di Cristina, anche lei svizzera ed appassionata di erbe officinali, tanto da fare della propria passione un mestiere.
Ci lasciamo senz’altro stregare dagli odori balsamici che si diffondono quando ci apre i suoi armadietti e finiamo per riempirci intere sportine di regali per amici e parenti che ci aspettano in Italia.
Una volta caricati gli acquisti sui furgoni, allestiamo un piacevole picnic che si fa teatro di nuove discussioni sul nostro viaggio, sulle dinamiche di gruppo, i problemi di logistica e gli scopi del progetto. Ovviamente i punti di vista sono tanti, così come le autocritiche. Sebbene le opinioni a volte divergano, non c’è dubbio che tutto ciò servirà a riflettere su eventuali errori in previsione dei progetti futuri.
Ritorniamo a Timisoara, per salutare Mariana e i ragazzi di Generatia Tanara che hanno partecipato alla prima parte del progetto, ma purtroppo si presenta solo Istvan e così il saluto ufficiale si trasforma in un’intervista sulla sua visione dell’Italia.
Lo ringraziamo per poi fiondarci di corsa in albergo e trovare a malapena il tempo di farci una doccia.
L’ultima cena rumena la passiamo in un ristorante nel pieno centro di Timisoara, in compagnia di Carlotta, la nostra amica che abbiamo conosciuto nei primi giorni del nostro soggiorno. Tra un sorso di Timisoreana, un piatto di polenta con panna e ricotta, una zuppa e una salsiccia al sugo, ne approfittiamo per chiarire gli ultimi punti rimasti in sospeso dalla discussione del pomeriggio, per poi concederci l’ultimo momento di relax con un gelato in piazza Unirii. E’ tempo di andare a dormire: il giorno dopo ci attende un lungo viaggio.
Dopo aver riprovato l’ebbrezza delle laute colazioni di Generatia Tanara, ci inoltriamo su strade sterrate e ricche di buche, che mettono a dura prova le sospensioni dei nostri furgoni e le reni dei loro occupanti, fino a giungere alla nostra destinazione.
Ci accolgono Leontin, il capo degli operai di Biofarmland, nonchè pastore e guida spirituale della chiesetta battista del paese, e Lucas, un agrotecnico di origini svizzere molto appassionato del proprio lavoro. Ci portano a visitare l’azienda, mostrandoci le sementi e i macchinari, di cui sembra andare molto fieri, spiegandoci per filo e per segno ogni cosa riguardardante il mondo dei cereali.
Tra gli starnuti dei tanti che si rivelano allergici alle graminacee, non manca chi, alla fine della fiera, mostra una faccia piuttosto annoiata da cotanta didattica.
Prima di pranzo c’è tempo per un salto al laboratorio di Cristina, anche lei svizzera ed appassionata di erbe officinali, tanto da fare della propria passione un mestiere.
Ci lasciamo senz’altro stregare dagli odori balsamici che si diffondono quando ci apre i suoi armadietti e finiamo per riempirci intere sportine di regali per amici e parenti che ci aspettano in Italia.
Una volta caricati gli acquisti sui furgoni, allestiamo un piacevole picnic che si fa teatro di nuove discussioni sul nostro viaggio, sulle dinamiche di gruppo, i problemi di logistica e gli scopi del progetto. Ovviamente i punti di vista sono tanti, così come le autocritiche. Sebbene le opinioni a volte divergano, non c’è dubbio che tutto ciò servirà a riflettere su eventuali errori in previsione dei progetti futuri.
Ritorniamo a Timisoara, per salutare Mariana e i ragazzi di Generatia Tanara che hanno partecipato alla prima parte del progetto, ma purtroppo si presenta solo Istvan e così il saluto ufficiale si trasforma in un’intervista sulla sua visione dell’Italia.
Lo ringraziamo per poi fiondarci di corsa in albergo e trovare a malapena il tempo di farci una doccia.
L’ultima cena rumena la passiamo in un ristorante nel pieno centro di Timisoara, in compagnia di Carlotta, la nostra amica che abbiamo conosciuto nei primi giorni del nostro soggiorno. Tra un sorso di Timisoreana, un piatto di polenta con panna e ricotta, una zuppa e una salsiccia al sugo, ne approfittiamo per chiarire gli ultimi punti rimasti in sospeso dalla discussione del pomeriggio, per poi concederci l’ultimo momento di relax con un gelato in piazza Unirii. E’ tempo di andare a dormire: il giorno dopo ci attende un lungo viaggio.
GIORNO XI - Racconto Fotografico
Per vedere tutte le foto dei Turisti su flickr, clicca QUI!
Con nostra sorpresa, in un piccolo supermercato di Timisoara, ci imbattiamo in un banco di frutta da commercio equo e solidale.
Il villaggio di Firiteaz, con le sue strade non asfaltate e gli animali che si aggirano liberi tra le case.
La chiesa battista di Firiteaz.
La fattoria biologica Biofarmland conta circa 800 ettari di terreni e produce cereali con tecniche che rispettano il territorio.
Cristina, una agrotecnica svizzera che si occupa di erbe officinale per conto di Biofarmland, ci mostra i suoi prodotti.
Un picnic si fa occasione di relax e di confronto. Il viaggio è ormai verso la fine e sta giungendo il momento di tirare le somme di quanto visto fin'ora.
Con nostra sorpresa, in un piccolo supermercato di Timisoara, ci imbattiamo in un banco di frutta da commercio equo e solidale.
Il villaggio di Firiteaz, con le sue strade non asfaltate e gli animali che si aggirano liberi tra le case.
La chiesa battista di Firiteaz.
La fattoria biologica Biofarmland conta circa 800 ettari di terreni e produce cereali con tecniche che rispettano il territorio.
Cristina, una agrotecnica svizzera che si occupa di erbe officinale per conto di Biofarmland, ci mostra i suoi prodotti.
Un picnic si fa occasione di relax e di confronto. Il viaggio è ormai verso la fine e sta giungendo il momento di tirare le somme di quanto visto fin'ora.
I video di TNC
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GIORNO X - Cronistoria
Come vi avevamo promesso..... ecco il resoconto di quanto successo nell’ultima parte del nostro soggiorno in Romania.
Se leggete questo post significa che siamo arrivati sani e salvi in Italia e soprattutto che potrete ancora seguire le incredibili avventure di TURISTI NON A CASO!!!!
Ci svegliamo nel nostro sgangherato ostello di Bucarest e facciamo una veloce colazione a base di plumcake e una brodaglia che assomiglia al caffè. Oggi è di nuovo una giornata di spostamento: da qui a Timisoara. Tanti chilometri che a tratti ci riservano anche piacevoli sorprese, come il valico di Carpazi con il suo splendido panorama. Arriviamo a Timisoara verso ora di cena e decidiamo di concederci un gustoso pasto nel ristorante della fabbrica di birra Timisoreana.
Stanchi e sazi ritorniamo all'albergo....ma non per dormire: questo viaggio in Romania si sta avvicinando alla fine ed è giunto il momento di sviluppare gli spunti di riflessione finora emersi e le relative valutazioni, insomma di tirare le somme.
La restituzione pone in evidenza alcuni temi principali, sentiti un po' da tutti, come la limitata visibilità della prostituzione e della criminalità, che tutti ci aspettavamo in qualche modo più evidente. Un’altra tematica che ritorna nelle riflessioni di tutti è l'occidentalizzazione della Romania, sebbene avvenga con velocità differenti tra le campagne che sembrano soffrire di una certa arretratezza, rimanendo legate ad una ruralità d’altri tempi e le città, in una fase di sviluppo frenetico, con la conseguente omologazione ai modelli occidentali senza un’adeguata rielaborazione.
Cerchiamo di analizarre la situazione e le prospettive della Romania, la fase di transizione dal comunismo al capitalismo con i conseguenti cambiamenti politici-economici-sociali-culturali e di mentalità, l’incertezza, l’insicurezza e la mancanza di punti di riferimento nella definizione identitaria, l’apertura mentale della gente a tutti questi cambiamenti, e infine la situazione dei giovani.
Sicuramente dieci giorni non sono abbastanza per dare valutazioni finali, certo però, possiamo constatare che quanto visto non corrisponde alle nostre aspettative di inizio viaggio. Probabilmente questi fenomeni stanno cambiando nella forma e nella sostanza; cambiamenti che noi siamo riusciti solo a percepire a causa del poco tempo concessoci, e non a sviscerarli come invece avremmo voluto.
La notte porterà consiglio ma, forse troppo presto per le speranze di tutti, la sveglia suona nuovamente nelle nostre stanze.
Se leggete questo post significa che siamo arrivati sani e salvi in Italia e soprattutto che potrete ancora seguire le incredibili avventure di TURISTI NON A CASO!!!!
Ci svegliamo nel nostro sgangherato ostello di Bucarest e facciamo una veloce colazione a base di plumcake e una brodaglia che assomiglia al caffè. Oggi è di nuovo una giornata di spostamento: da qui a Timisoara. Tanti chilometri che a tratti ci riservano anche piacevoli sorprese, come il valico di Carpazi con il suo splendido panorama. Arriviamo a Timisoara verso ora di cena e decidiamo di concederci un gustoso pasto nel ristorante della fabbrica di birra Timisoreana.
Stanchi e sazi ritorniamo all'albergo....ma non per dormire: questo viaggio in Romania si sta avvicinando alla fine ed è giunto il momento di sviluppare gli spunti di riflessione finora emersi e le relative valutazioni, insomma di tirare le somme.
La restituzione pone in evidenza alcuni temi principali, sentiti un po' da tutti, come la limitata visibilità della prostituzione e della criminalità, che tutti ci aspettavamo in qualche modo più evidente. Un’altra tematica che ritorna nelle riflessioni di tutti è l'occidentalizzazione della Romania, sebbene avvenga con velocità differenti tra le campagne che sembrano soffrire di una certa arretratezza, rimanendo legate ad una ruralità d’altri tempi e le città, in una fase di sviluppo frenetico, con la conseguente omologazione ai modelli occidentali senza un’adeguata rielaborazione.
Cerchiamo di analizarre la situazione e le prospettive della Romania, la fase di transizione dal comunismo al capitalismo con i conseguenti cambiamenti politici-economici-sociali-culturali e di mentalità, l’incertezza, l’insicurezza e la mancanza di punti di riferimento nella definizione identitaria, l’apertura mentale della gente a tutti questi cambiamenti, e infine la situazione dei giovani.
Sicuramente dieci giorni non sono abbastanza per dare valutazioni finali, certo però, possiamo constatare che quanto visto non corrisponde alle nostre aspettative di inizio viaggio. Probabilmente questi fenomeni stanno cambiando nella forma e nella sostanza; cambiamenti che noi siamo riusciti solo a percepire a causa del poco tempo concessoci, e non a sviscerarli come invece avremmo voluto.
La notte porterà consiglio ma, forse troppo presto per le speranze di tutti, la sveglia suona nuovamente nelle nostre stanze.
GIORNO X - Racconto Fotografico
Per vedere tutte le foto dei Turisti su flickr, clicca QUI!
La strada ci porta nuovamente tra le montagne, tra pittoreschi villaggi rurali la cui quiete stride notevolmente con il caos di Bucarest.
Un negozietto di artigianato che incontriamo lungo il percorso.
I cavalli sono un mezzo di trasporto che viene utilizzato ancora quotidianamente.
Ci fermiamo per fare GPL. Spesso i distributori di gas sono completamente diversi da come ci immagineremmo una stazione di servizio. In questo caso un bombolone e una pompa sono installati nel cortile di una casa.
Al tramonto siamo ancora in viaggio e Tommaso con la telecamera riprende delle suggestive immagini.
Ci rechiamo a mangiare all'ottimo ristorante interno alla fabbrica della birra Timisoreana. Non appena scatto questa foto un cameriere mi si avvicina, chiedendomi di mettere via la macchina fotografica. Mi dice che la fabbrica è considerata monumento e quindi non è possibile prendere immagini. Mi stupisco e rifletto sul fatto che in questo paese non vi è ancora una sufficiente cultura del turismo. Che succederebbe se fosse vietato fotografare ai turisti che vengono in Italia?
La strada ci porta nuovamente tra le montagne, tra pittoreschi villaggi rurali la cui quiete stride notevolmente con il caos di Bucarest.
Un negozietto di artigianato che incontriamo lungo il percorso.
I cavalli sono un mezzo di trasporto che viene utilizzato ancora quotidianamente.
Ci fermiamo per fare GPL. Spesso i distributori di gas sono completamente diversi da come ci immagineremmo una stazione di servizio. In questo caso un bombolone e una pompa sono installati nel cortile di una casa.
Al tramonto siamo ancora in viaggio e Tommaso con la telecamera riprende delle suggestive immagini.
Ci rechiamo a mangiare all'ottimo ristorante interno alla fabbrica della birra Timisoreana. Non appena scatto questa foto un cameriere mi si avvicina, chiedendomi di mettere via la macchina fotografica. Mi dice che la fabbrica è considerata monumento e quindi non è possibile prendere immagini. Mi stupisco e rifletto sul fatto che in questo paese non vi è ancora una sufficiente cultura del turismo. Che succederebbe se fosse vietato fotografare ai turisti che vengono in Italia?
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